AL SIGNOR MINISTRO DI GIUSTIZIA centrocifra.gabinetto@giustiziacert.it
e p. c.
e p. c.
Al vice Capo di Gabinetto
Signor Ministro,
Lei non mi conosce, se non come mi conosce ormai una significativa parte informata del paese, e questo La solleva da ogni possibile equivoco o polemica artificiale.
In una parola sono l'ex (per ora) magistrato assoggettato ad un provvedimento di dispensa firmato dal ministro pro-tempore il 7 febbraio 2013, dispensa che ha distrutto la credibilità e le immagini delle istituzioni e del CSM.
Anche perchè in diretta ed in rete, mediante dichiarazioni di persone informate sui fatti ho dato la prova finale ultima possibile di attività di attenzionamento che retroagiscono nel tempo, delle connessioni e rapporto tra un magistrato della Procura di Roma ed apparati militari deviati (eversivi) ed un quadro francamente insuperabile in ordine ad una attività di MOBBING criminale gestita attraverso una manipolazione di cui esistono e sono state vagliate da centinaia di migliaia di persone prove , su ogni aspetto.
Quando resomi conto per la prima volta di cosa si celava dietro un VERO e proprio ordito criminale, ed in rete la prova diretta da persona informata che esso nasce dalle mie qualità professionali, intellettuali e di indipendenza vera, non ho per un istante tentennato ed ho deciso nel 2010, dopo aver subito UN SEQUESTRO di persona di gravità inaudita nel 2009, di portare tutto alla luce aderendo al principio di doverosità della condotta mia, a fronte di fatti che attingono anche alla tutela di donne, minori, attività criminali di apparati coperte ed ogni altra cosa è dato evincere.
Tutto verificabile con la buona fede in base a indizi, prove e fonti dirette ed indirette.
Ma tutto accuratamente coperto da un SILENZIO assordante che non qualifico, perchè a Lei necessariamente note le matrici.
Mi limito qui a richiamare una nota intervista e dichiarazione pubblica di Walter Veltroni proprio del 2010, che ovviamente riferisce dello stesso apparato da me “incontrato” e della medesima cordata incistatasi anche nella Procura di Roma.
Provvedimento architettato ed originato infine dalla mia denuncia di attività coperte ed in ambiente militare protetto, poi dalle coperture eccellenti , svelate tramite la ragionevole certezza di metodi ed attività gestite da servizi ed apparati con diretta partecipazione di tre magistrati, infine persino attraverso la analisi del caso Marrazzo, indicando una partecipazione di attività coperte in ambiti militari e la presenza di elementi che conducono anche in quel caso non solo a via Gradoli ma anche alla Cecchignola ed al mondo militare “deviato”, ma anche la coesistenza di attività criminali parzialmente coperte a cavallo tra camorra criminalità organizzate ed apparati militari deviati. Proprio i traffici in parte scoperti dalla Procura di Teramo dove sono stato sentito come persona informata per tre ore nel novembre 2011.
Ovviamente la forma di progressione pubblica delle denunce ed analisi mie, condivise ed ascoltate oltreché lette ormai da milioni di persone, è stata il frutto pubblico della violenza criminale esercitata da una specifica cordata intenta al fine poi "praticato" a mio specifico danno, ed è stata “amplificata” anche dalla necessaria autodifesa.
Così ora l'Italia continua a vedere provvisoriamente dispensato dal servizio “il” magistrato, mai neanche oggetto di un rilievo professionale, addirittura indicato come il migliore finanche in una audizione del luglio 2010 verbalizzata, e "dispensato per inettitudine" in base alla più smaccata legge del contrappasso "invertita" mai applicata, costernato anche il foro romano.
Coinvolta una filiera di tre psichiatri legati storicamente ai servizi, fornite tonnellate di prove dirette, indirette ed audio e molto di più vi è anche un sospetto fondato, non certo solo mio, e oggetto di prova diretta da persona informata , di un ordito di lungo periodo, anche questo riscontrabile almeno per le vie brevi negli interna corporis anche a Lei NON preclusi.
La insostenibilità su vari piani, ed anche internazionale, di questa vicenda, e del crescendo di informazioni in atto, appare a sua volta evidente e non controvertibile.
La possibilità di revisionare la decisione adottata, alla luce di nuovo sopravvenuto vaglio e del principio immanente della permanente rivisitabilità dei casi e dei giudizi “tecnici” (veri od artefatti) vi è.
Così come emergono anche su un piano formale innumerevoli irregolarità, vizi , una sola attività a discrezionalità tecnica palesemente assurda e manipolatoria, contraddetta da una decina di vere analisi e consulenze e persino da una certificazione pubblica.
Certamente la questione è chi e perchè abbia creato questo tentativo di distruzione e da quando, e se esso fosse come è diretto semplicemente ad eliminare un magistrato studiato per qualità ed attitudini , compresa la reale indipendenza .
La ennesima richiesta di reimmettere oggi “il” magistrato Paolo Ferraro con i due piedi nella scarpa "deontologica", che ha dato prova da sempre e da prima dello scontro finale, di rispettare e ben conoscere per tutta la sua silenziosa carriera, si fonda sulla CERTEZZA matematica (riscontrata) che Lei, come il precedente Ministro, conosce o può conoscere solo alzando il telefono.
Ribadisco che i connotati di questa incredibile ed inaccettabile vicenda rischiano seriamente, per il loro palese carattere Kafkiano di divenire, nonostante tutti gli sforzi per nascondere, un caso ancor più internazionalmente significativo.
Tutti i dati, i documenti con link e banche dati in rete a disposizione, sono già stati inviati a suo tempo al dicastero che Lei amministra, quando tra i vice capo di gabinetto vi era già allora anche magistrato coinvolto e comunque consapevole trasversalmente delle vicende e testimone (Cons. Filippo Vitello). Anche su questo una prova da diretta telefonata resa pubblica .
Non so se dati e documenti siano stati a suo tempo potuti valutare dal Ministro pro tempore. E non credo che a Lei il Csm metterebbe a disposizione il faldone di prove con due DVD depositato a suo tempo e nascosto di fatto, pretermesso. Le basterebbe oggi una semplice telefonata al Ministro dell'Interno e una, anche orale, informativa, leale, tramite i servizi, che ci risultano avere tutto a loro conoscenza e portata di mano, per essere serenamente assicurato della corrispondenza a valori, diritto e diritti, ma anche all'interesse pubblico e dello Stato, di una scelta amministrativa ma anche politica, discrezionale ed equa, percorribile in regime, ripeto, di Autotutela amministrativa.
Le chiedo quindi, data la radicale FALSITA' di qualsiasi "umano" addebito (di professionale non se ne è parlato nemmeno) di valutare la possibilità, comunque pendendo contenzioso in itinere ed in previsione della ulteriore estensione dello stesso, di revocare il decreto di dispensa, per motivi anche in senso lato di Giustizia.
Previo ogni eventuale approfondimento Lei può porre in essere un atto dovuto, nel rispetto delle leggi e dei valori del nostro sistema, e ho motivo di ritenere che Ella possa avere un quadro completo.
Ovviamente il mio impegno pubblico contro le relative attività eversive, a difesa dei valori della giurisdizione e Costituzione, è noto e trasfuso in documenti analisi e conferenze e segnato da interventi più o meno autorevoli di intellettuali e giornalisti. La mia storia di magistrato indipendente con radici di sinistra note, ma che creavano solo rispetto per la pulizia e trasparenza del mio agire giudiziario, è a portata di Sua conoscenza.
Con persistente fiducia nella legalità dello Stato Costituzionale attendo il gesto istituzionale che ridarebbe quel minimo di credibilità necessaria alle istituzioni e porgo a Lei e a chi voglia impedire questa deriva criminale, pericolosa per tutti e da tutti i punti di vista, l'invito a non temere di agire serenamente, secondo coscienza, verità, diritto e valori aderenti alla nostra Costituzione.
Le allego l'indicazione di una scheda informativa, tra le tante , già in rete, e già idonea mediante link ipertestuali e rinvio a banche dati a fornire un quadro completo.
Da ultimo Le indico che alle dimissioni da Magistratura Democratica di Giancarlo Caselli e di altri, nonché alle dimissioni dalla magistratura di molti, può fare da contraltare il rientro consapevole e serio del magistrato che Le scrive, potendosene agevolmente cogliere contesto e fini .
Un rientro, avversato e temuto da coloro che tramano all’ombra delle istituzioni, per assicurare almeno una vera presenza indipendente e consapevole nel mondo della giurisdizione piegato da attività meno visibili , quelle stesse che preoccupano sinanche l'arco politico di Governo [ http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/pier-luigi-bersani-prima-intervista-dopo-intervento-si-deve-votare-fiducia-223bd6af-63cb-4c4b-9815-e14584eee64b.html ]. Ormai quel novanta per cento che ho potuto apprendere è di pubblico dominio e lo sarebbe il restante .
Chiedo infine, e questa richiesta per la prima volta diretta al Ministro di Giustizia, di poter essere ascoltato direttamente da Lei, consapevole della delicatezza dei nodi ed interessi toccati, segnalandoLe, per la sincerità che mi contraddistingue, che non avrei mai potuto immaginare esattamente quanti e quali interessi toccai nel momento che mi accorsi di quel che si muoveva. La data risale al novembre 2008 e di mezzo ci sono due declaratorie ed una di assoluta “attitudine “ con tanto di sottolineatura in sede di istituzionale delle peculiari doti professionali di chi Le scrive . Ma il TERZO procedimento fu riaperto quando si era venuti a sapere che intendevo aprire alle conoscenze istituzionali la intera situazione , da me appresa, non volendo e subendo .
Debbo infine ribadire , anche se le apparirà ovvio, che il dovere di un magistrato è di non soggiacere ad alcuna violenza, diktat , minaccia, ricatto ed attività illegale . In questo consiste il riconoscere il principio di obbedienza ( alla Costituzione ) e solo in questo. A questo solo dovere potevo aderire e non avevo scelta, se non violando identità e giuramento fatto.
Roma 24 febbraio 2014
Paolo Ferraro
NOTA 1
NOTA 2
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